lunedì 5 maggio 2014

Intervista

Damiano D'Ettorre - Assistant National Sales & Retail
Warner Bros. Entertainment Group of Companies

PREMESSA
Spiegazione degli obiettivi del laboratorio, delle analisi effettuate sull'area e delle considerazioni che hanno portato alla scelta dell'area e della tipologia di intervento.
Spiegazione del programma e delle sue componenti.
Esposizione delle criticità e dei punti fondamentali del programma e dell'organismo compositivo.
Spiegazione del concetto di URBAN VOIDS e della necessità di rivalutare questo genere di area.
Le mie domande saranno relative ad una organizzazione funzionale e spaziale all'interno del progetto e alcune di carattere tecnico più inerenti alla possibilità "reale" di ottenere dall'azienda un feedback positivo relativo alla realizzazione di questo progetto o consigli utili.

INTERVISTA
- Di cosa si occupa lei all'interno dell'azienda
Assistenza di back office ai national sails account, sono figure che girano l'Italia contattando catene di distribuzione, che siano Media Market, amazon, Euronics o addirittura la CooP;  quindi tutte realtà sia online che retail di vendita, dell'Home Video e del Gaming...
- Perfetto
...per la Warner Bros, la quale ha i diritti su pochissimi film d'animazione, quasi nessuno,  ma si concentra  su tutto il reparto di film e fumetti relativo al mondo della DC Universe.
Io non ho contatto diretto con i fornitori o con i clienti, ma una volta che il contratto è stato firmato mi occupo della gestione dell'ordine e delle pagine web;  
ad esempio, per il lancio della pagina web dedicata allo Hobbit, essendo promossa in Italia appunto dalla Warner abbiamo lavorato con Amazon alla creazione di una pagina ad hoc.
- Quindi se ho capito bene, lei si occupa dei collegamenti e delle comunicazione fra le varie figure interne ed esterne all'azienda relative al lancio di un prodotto?
Il mio ruolo è più relativo al concordare e gestire la promozione di materiale promozionale e della linea di distribuzione del prodotto.
- Rispetto all'idea di programma di cui abbiamo parlato all'inizio sempre in relazione all'idea di progetto della stessa, vuole esprimere delle considerazioni a carattere generale per iniziare?
Ci sono diversi punti da capire. Innanzitutto che ruolo hanno i super eroi all'interno della proposta?
- In realtà nessuno, dal blog mi rendo conto di aver sbagliato sin dal principio la modalità di presentazione del programma e del progetto, effettivamente quello che le sto presentando è un centro ludico che possa ospitare delle attività oltre che sociali, anche la possibilità di creare e produrre materiale da supporto alla principale attività commerciale che continuerebbe a finanziare il mantenimento del complesso dalla sua realizzazione in poi.
Ok. Il problema secondo me è inizialmente il richiamo che avrebbe sul pubblico; bisognerebbe avere una forte componentistica mediatica sui social media per ottenere una attenzione massiccia da parte del pubblico, perchè se rimane isolato nel quartiere del Villaggio Olimpico chiaramente...Avere il supporto di una Major come la Warner, si potrebbe anche fare per ad esempio delle giornate promozionali...ma il problema rimangono i costi...
- Pensavo di presentare il tutto come "Supporto Eventi", magari offro il mio spazio in cambio della pubblicità per un evento
Dato che ora come ora nessuno spende, neanche la Samsung, convincere una qualsiasi azienda a spendere o investire in pubblicità è molto difficile. E' piu facile dire: "Noi te lo facciamo gratis".
- Ho capito
Proporre ad esempio un evento basato sui super eroi della DC*, il che sarebbe comunque limitante se non legato a delle attività di aggancio ai clienti...organizzando magari il tutto come uno spazio espositivo...
- Ma se io offrissi una parte del mio spazio nella struttura per integrare una reale produzione, a beneficio e gestione dell'azienda?
Tipo?
- Tipo laboratori dove vengono pensati, prodotti o elaborati giochi, videogiochi, GdR ecc...
Il problema del videogioco è che le aziende sono tutte localizzate in Canada, quindi delocalizzare la produzione dal Canada all'Italia è quasi impossibile per tutta una serie di motivi a carattere legislativo e fiscale.
-Pensavo, se si usassero gli spazi per degli eventi specifici si potrebbe improntare il tutto più su una linea di carattere espositivo, lavorando quindi sulla produzione stessa della Warner, sulla linea dell'oggettistica e delle proiezioni...
Esatto, stavo appunto pensando ad un lancio evento. Organizzando magari una "Prima", il resto degli spazi potrebbe esistere in relazione a questo evento, anche se sporadico.
- Potrebbe essere interessante in questo senso la posizione geografica del complesso, il Villaggio Olimpico offre già alcune emergenze come l'Auditorium Parco della Musica che aspita annualmente, se non sbaglio, la fiera del cinema...
Esatto, ma quanto spazio hai a disposizione?
- Non abbastanza per inserire un cinema di medie dimensioni se è questo che intende. Forse solo una piccola sala espositiva per eventi più "privati".
Il problema rimane che il "piccolo" in questo senso non è remunerativo. Calcola su 200 posti, la proiezione di un film vecchio di un anno non costa tanto a livello di diritti, ma dovresti già avere tutto il materiale, il consenso dalla Warner di proiettarlo, il consenso dalla SIAE, caricare il biglietto...
- Se invece questa struttura venisse interpreteta (parallelamente alle alle attività che svolge giornalmente durante l'anno) come una sorta di padiglione spositivo dell'Azienda nell'ambito di un più grande evento, come la Festa del Cinema ad esempio? Una struttura fissa che va a dare risalto alla produzione dell'azienda.
In questo caso si. Ipotizza, per l'uscita di "Superman contro Batman" nel luglio del 2016 di avere una struttura pronta per la presentazione che si occupi di una struttura espositiva, shop, Home video e Gaming, gara di cosplayer e altre attività attività e performance prodotte magari all'interno della struttura stessa, dalla cucitura degli abiti all'elaborazione delle attività; sarebbe una proposta molto apprezzabile e appetibile per due motivi, darebbe innanzitutto grande visibilità al brand aumentando l'interesse del cliente e al tempo stesso chi va alla mostra è incentivato all'acquisto di prodotti promozionali che rendono molto all'azienda ma rischiano di non essere venduti al di fuori di occasioni di questo genere.
- Quindi mi consigli di indirizzare la percentuale di "creating" del mio programma allo sviluppo degli eventi piu che alla creazione di giochi e video giochi.
Si, perchè la produzione in serie, sia cartacea che informatica impone una forte capacità produttiva che dubito possa essere sviluppata in quell'area. Ti consiglio invece di lavorare su progetti singoli sviluppando collaborazioni con altre strutture o aziende, come ad esempio la "Scuola del fumetto" a Roma...e lavorare in questo senso.
- Tutto dipende dal singolo obiettivo quindi
Esatto

domenica 6 aprile 2014

Work in progress

Enric Miralles - BIBLIOTECA PALAFOLLS










DECOSTRUZIONE
... si configura come una strategia di lettura dei testi della tradizione metafisica, volta a metterne in luce gli scarti, i vuoti, le fratture, le discontinuità, le aporie, le strutture ideologiche e attanziali, anziché l'unità intrinsecamente manifesta e voluta da essi. 
(da: http://it.wikipedia.org/wiki/Decostruzionismo ).
Il post-strutturalismo o decostruzione riapriva  il testo verso l'esterno con chiavi di lettura, però, programmaticamente destabilizzanti. Il vecchio, il preesistente, la norma classica e convenzionale  non si annulla, ma cambia completamente di significato.
Termine e divulgazione scaturiscono dalla mostra del 1988 a New York da un'idea di Philip Johnson e curata da Mark Wigley, già considerato pioniere con la mostra "The International style" nel 1932, dove con internazionale intendeva ricollocare l'arhitettura moerna di "stile internazionale" in un quadro di già grande fermento e cambiamento.
Scopo della mostra del 1988 non era di definire il decostruttivismo come stile architettonico quindi, ma certamente descrivere e promuovere nuovi mezzi di analisi svincolati dai precedenti sistemi, lavorando proprio sui contrasti con il costruttivismo, il post-modernismo ed in genere modificare (decostruire) il significato delle icone tradizionali e convenzionali.
Paradigma del nuovo tempo e del nuovo vivere è "la comunicazione" come qualche anno prima sosteneva il sociologo statunitense Alvin Toffler; L'umanità vive ormai la sua terza fase, e dopo aver ampiamente superato le criticità del mondo agricolo e quello industriale, la produzione materiale acquisisce un senso più metaforico e fondato sui processi economici dell'informazione ed il suo predominio sui processi di produzione classici. Il prodotto si carica di un valore che può tendere all'infinito e limitato solo dalla potenza dell'informazione.
Questa nuova ondata, non deve essere vista come un allontanamento dalla capacità dell'uomo di produrre beni materiali o come un pericoloso distacco dalla realtà, anzi una possibilità di sviluppare capacità cerebrali nel produrre informazione pura e e sviluppare al meglio tutti i campi, nasce qui il concetto di mixitè.


EMBT Biblioteca Palafolls 1997-2006


Avvicinandosi alla città di Palafolls si delineano sullo sfondo delle vicine colline questi elementi architettonici simili a fagioli che seguono le curve dello sfondo.



 La sensazione che si prova all'interno del complesso è di iniziale smarrimento. L'unico elemento prontamente visibile è il tetto "continuo" mentre l'organismo si rivela piuttosto introverso. E' un'unica grande sala, open space che si lascia penetrare dalla luce zenitale che filtra dalle increspature dovute ai movimenti del tetto; definendo "magicamente" dei confini flessibili.




Pochi libri e un sogno. L'edificio è semplicemente una costruzione in un giardino. Non c'è nessun richiamo ai parametri classici di una libreria. Un motivo di ricerca è stato quello di definire diversi percorsi tra le mura, delineando una sorta di labirinto naturale scaturito dalla gravità stessa e dai movimenti del tetto, così da generare un forte contrasto di forme e funzioni tra la superficie ipogea e quella esterna. L'edificio si configura tra l'altro nei pressi dello "Sport Centre" di Irata Isozaki.







La struttura della libreria è basata su un sistema di pilastri che lavorano all'interno di un sistema indipendente dalla pelle, costituita da stringhe e altri componenti esterni prefabbricati.
Sulla sommità della pelle è una cornice atta a proteggere le finestre a nastro sottostanti per tutta la lunghezza del profilo dell'edificio.



La fonte primaria di luce è riconducibile ad un sistema di lucernai organizzati su una griglia funzionale alle aree di lettura. 

venerdì 21 marzo 2014

ASCENSORE A PATERNOSTER / Palazzo dell'Aeronautica Militare



L'ascensore a paternoster è un particolare impianto per il trasporto di persone all'interno di edifici.
Il principio di funzionamento si basa su un anello in movimento continuo a velocità costante al quale sono vincolati a intervalli regolari dei contenitori.

Il video è stato girato all'interno del palazzo dell'Aeronautica Militare di Roma. 


Il Maresciallo dell’Aria Italo Balbo, astro e “asso” dell’aviazione italiana, quadrumviro del fascismo, Sottosegretario e poi Ministro dell’Aeronautica dal 1929 al 1933, primo Ministro dell’Aeronautica, promosse i lavori per l'edificio, (iniziati il 2 agosto del 1929, terminarono certamente prima di tale data, anche perché furono condotti a ritmo di record e, in alcuni periodi, protratti nell’intero arco delle ventiquattro ore con tre turni di lavoro di otto ore ciascuno; fu aperto ufficialmente il 28 ottobre 1931) incaricando il giovane architetto Marino alla progettazione del complesso edificio.

mercoledì 19 marzo 2014

La favola (vera) del paese inglese dove il cibo è gratis

C’era una volta una piccola cittadina inglese, Todmorten, dove tutto quello che cresceva – broccoli, mele, ribes, patate – poteva essere raccolto e mangiato. Gratuitamente. Sembra quasi una favola per bambini, e invece è cronaca: la cronaca favolosa del Paese Commestibile. Todmorten è una piccola cittadina di 15mila abitanti a nord di Manchester, protagonista da qualche anno di una rivoluzione gentile e generosa, che promuove la produzione e il consumo di cibo locale, conosciuta con il nome di “Incredible edible”. Nata a febbraio del 2008, l’iniziativa è fiorita rigogliosa, ispirando decine e decine di altri centri, dalla Francia a Cuba, da Hong Kong fino all’Australia (in Italia registriamo germogli del progetto a San Bonifacio, nel Veronese). E solo l’anno scorso ha attirato mille curiosi visitatori da ogni angolo del mondo, accorsi a ammirare lo straordinario potere dei piccoli gesti.
Tutto cominciò dall’orto di Pam, diventato un giorno oggetto di furti. Invece di alzare il muro di recinzione, lei lo abbassò, piantò ortaggi e accanto a loro Pamela Warhurstun cartello con la scritta “Servitevi”. «C’erano annunci che invitavano le persone a prendersi qualcosa dall’orto, ma ci sono voluti mesi alla gente per capire che ciò era davvero possibile», ricorda Pam, all’anagrafe Pamela Warhurst, ambientalista, attivista e fondatrice del movimento “Incredible edible”. Insieme a lei Mary Clear, Estelle e tante altre persone appassionate che da allora lavorano quotidianamente per coltivare piante e relazioni, coinvolgendo negozi, scuole, contadini e l’intera comunità. «Il nostro sogno è Gli orti collettivi di Todmortenquello di diventare la prima cittadina autosufficiente dal punto di vista alimentare».
Il cibo è servito: fagioli, piselli, erbe aromatiche crescono un po’ ovunque nelle aiuole e nei giardini del paese, persino davanti alla stazione di polizia, all’ospedale e nel giardino del cimitero. «Gli obiettivi del movimento sono quelli di fornire l’accesso al cibo locale per tutti, attraverso il lavoro comune, la diffusione di conoscenze e competenze e il sostegno alle imprese del territorio», dichiarano. Già, perché le ricadute sull’economia locale di questa piccola rivoluzione dal pollice verde hanno anche loro dell’incredibile. I negozi hanno incrementato le loro vendite, puntando soprattutto sul cibo a filiera corta, sono nati una Incredible Farm, una fattoria dove i giovani imparano a diventare imprenditori alimentari, un centro educativo con l’attivazione di un nuovo diploma dedicato allo studio dell’ambiente e del territorio, eventi e corsi di cucina, di panificazione e giardinaggio per tutti. L’eco mediatica che ne stanno ottenendo ha mosso anche il Principe Carlo, loro regale fan, andato in visita a Todmorten nel 2009. Se state già pianificando una trasferta anche voi, ricordate di scrivere alla gentile Estelle, che vi prenoterà lusingata un tour del centro, con presentazione e pranzo nel favoloso Paese Commestibile.